Tavolo 57, terrazza, vista sul fiume

« Older   Newer »
  Share  
willy il giardiniere‚
view post Posted on 26/7/2011, 13:21




CITAZIONE
Tavolo 57, terrazza, vista sul fiume
prenotato per le 20.00
da Dagmr Prazsky
2 persone

 
Top
dinkleberg!
view post Posted on 26/7/2011, 14:16




Maxmilián Igor Prazsky
Max • 3 gennaio 1956 • Odrazem stìnu • scheda


Il cielo era sereno, il sole non era ancora tramontato e splendeva con forza, anche se l'aria era abbastanza tiepida grazie a un gradevole venticello, ma Maxmilián era stanco e aveva i nervi tesi.
Aveva trascorso gran parte del pomeriggio ad una inutile ed inconcludente riunione di partito; aveva una forte personalità e sapeva imporsi sugli altri, ma non era il più abile quando si trattava di discorsi teorici o addirittura filosofie. Era un'uomo d'azione.
Sperava di scaricare un pò di tensione cenando fuori, ma già sapeva che non sarebbe stato così: infatti stava guidando la sua Mercedes McLaren nera verso un ristorante raffinato per vedere la figlia, Dagmar.
Parcheggiò in mezzo a due posti macchina, e uscì dall'auto sbattendo la porta.
Camminò con le mani in tasca fino al locale, notando quanto fosse popolato quella sera.
Sperò di non essere riconosciuto, perchè non si sentiva in vena di affrontare eventuali contestatori o conversare con gli elettori.
Era vestito in maniera elegante ma abbastanza rilassata, con una giacca grigio chiaro con una camicia leggera, grigio antracite, senza cravatta.
Si accese un sigaro cubano, un Partagas, pensando al rapporto conflittuale che aveva con lei.
L'aveva deluso molte volte, non tanto per le sue scelte di vita ma per un atteggiamento di costante indifferenza e vaga ribellione che Dagmar mostrava con l'abbigliamento, il colore dei capelli e alcune idee liberali. Sapeva che il padre era un uomo all'antica, molto legato alle tradizioni, eppure non perdeva occasione per ignorare i suoi insegnamenti, con il solo scopo di infastidirlo (a suo parere).
Sentì il rombo di un motore e gli parve di riconoscere quello dell'auto della figlia.

codice scheda © mædmalaïne maelström


Edited by dinkleberg! - 26/7/2011, 16:04
 
Top
PLATYPUS•
view post Posted on 26/7/2011, 15:11




Dagmar Stela Prazsky
Dáša • 23 gennaio 1984 • Odrazem stìnu • scheda


Dagmar girò nel posteggio del ristorante.
Posteggiò la macchina nel primo posteggio che trovò, senza far caso al resto e si soffermò qualche minuto in macchina da sola.
Era passato un mese dall'ultima volta che aveva visto al padre, forse ad una cena a casa con tutta la famiglia. Fece un sospiro e prese la borsa color delle scarpe, uscendo dalla macchina sbattè la portiera.
Quella sera indossava un abito nero lungo ma con profonde scollature sui lati e sul seno; ai piedi portava delle decolletè color pervinca, lucide. I capelli erano sciolti sulle spalle, nel loro rosso naturale e mossi, forse anche più del solito.
Si incamminò verso l'entrata del locale, era una serata calda e leggermente umida e non si sentiva il bisogno di una giacca.
Davanti al ristorante scorse suo padre che fumava il solito cubano, si strinse nelle spalle e si avvicinò.
Fece un cenno della testa come saluto e lo guardò negli occhi.
non le parve di scorgere una figura familiare

codice scheda © mædmalaïne maelström
 
Top
dinkleberg!
view post Posted on 26/7/2011, 15:35




Maxmilián Igor Prazsky
Max • 3 gennaio 1956 • Odrazem stìnu • scheda


Maxmilián strinse gli occhi, accentuando ancora di più le rughette che aveva agli angoli degli occhi, poi ebbe la conferma della sua prima impressione: era sua figlia la donna dai capelli rossi che stava camminando con grazia verso di lui.
Aveva i capelli del suo colore naturale, notò l'uomo con approvazione, e un andamento molto seducente. A volte non si capacitava che la bambina smilza che aveva tanto sgridato da piccola fosse così simile alle donne che lui stesso frequentava.
Buttò a terra il sigaro e lo spense con il tacco della scarpa, prima di dare un colpo di tosse e passarsi una mano sui capelli, dalla fronte verso la nuca. Faceva parte della sua gestualità, ma pochi sapevano che erano movimenti che rivelavano un certo nervosismo da parte sua.
Dagmar lo affiancò, ma si limitò a salutarlo con un cenno del capo, per poi fissarlo negli occhi. Maxmilián rispose senza dare segni di voler abbassare lo sguardo; ci voleva ben più di un'occhiata un pò rancorosa per intimidirlo.
Fu colpito, come sempre, da quanto la ragazza somigliasse alla moglie defunta. Provò una fitta di dolore che dissimulò in fretta.
«Siamo un po' scollate, stasera.» commentò, per poi cominciando a camminare con le mani affondate nelle tasche della giacca grigia.
Giunsero davanti al locale, dove c'era una coda sostanziosa, ma il maître li riconobbe e li fece entrare per una porta secondaria.
Attesero per poco, poi una cameriera bionda li condusse ad un tavolo in terrazza, con una splendida vista sul fiume Moldava.
Maxmilián amava la sua città e non gli dispiaceva poterne ammirare uno dei suoi scorci migliori.
Scostò la sedia alla figlia, in un gesto di galanteria che ormai era quasi involontaria. Poi si sedette a sua volta, di fronte a Dagmar.

codice scheda © mædmalaïne maelström
 
Top
PLATYPUS•
view post Posted on 26/7/2011, 15:48




Dagmar Stela Prazsky
Dáša • 23 gennaio 1984 • Odrazem stìnu • scheda


Dagmar si sedette di fronte al padre, continuando ad osservarlo con quello sguardo fiero che ricordava il suo.
Appese la borsa sulla terza sedia del tavolino, accanto a lei.
Era stranamente taciturna quella sera, forse perchè non aveva nulla da dire. Si lisciò il vestito, quasi a fareito nero sotto il tavolo, cercando di far cadere al meglio la spacco ma senza mostrare nulla. Infine si toccò i capelli in un gesto involontario, quasi a specchio con il padre.
Si decise a dire qualcosa.
«Forse.» rispose al commento del padre, senza dire nulla di sensato.
Si osservò intorno, c'erano diversi tavoli girati nella loro direzione. C'era da aspettarselo, suo padre era molto conosciuto e con lui anche la sua famiglia.
«Ma quanti sguardi.» commentò la rossa.
Si sentiva a disagio e cercava di non darlo a vedere, ma lui era suo padre e sicuramente si sarebbe accorto di tutto.
non le parve di scorgere una figura familiare

codice scheda © mædmalaïne maelström
 
Top
dinkleberg!
view post Posted on 26/7/2011, 16:00




Maxmilián Igor Prazsky
Max • 3 gennaio 1956 • Odrazem stìnu • scheda


Maxmilián annuì, facendo un gesto noncurante con la mano destra, mentre la sinistra era occupata a reggergli il mento, chiusa a pugno.
«Non farci caso.» le rispose. Nonostante avesse dei conflitti con lei, non voleva che la loro popolarità la infastidisse.
La osservò in volto ancora per un pò, poi afferrò uno dei menù che erano stati portati loro dalla cameriera bionda. Fingendo di leggerlo, cominciò a riflettere.
Percepiva il disagio di Dagmar, il quale era del tutto giustificato; non avevano una grande confidenza, non si vedevano spesso, e i loro incontri in genere si concludevano con litigi e discussioni. In più la donna sapeva, in fondo, che c'era dell'affetto da parte del padre, e quello probabilmente la metteva ancora meno a suo agio.
Il rancore e la delusione da parte di persone che si amano è sempre più difficile da sopportare, naturalmente.
Maxmilián provò a intavolare una conversazione, così parlò, abbassando il menù.
«Come va il lavoro?» le domandò.
Sapeva che aveva cominciato qualche mese addietro a lavorare all'Università Carolina, scelta che lui approvava, anche se non in qualità di insegnante, se ben ricordava.
Aveva sempre studiato cose a suo parere poco oculate, come psicologia e cose simili. A suo parere sarebbe stato molto più utile se Dagmar avesse studiato legge, per esempio. Non le mancava il cervello per fare l'avvocato, nè la grinta.

codice scheda © mædmalaïne maelström


Edited by dinkleberg! - 27/7/2011, 23:42
 
Top
PLATYPUS•
view post Posted on 27/7/2011, 22:20




Dagmar Stela Prazsky
Dáša • 23 gennaio 1984 • Odrazem stìnu • scheda


Il fiume scorreva tranquillo quella sera.
Si stava bene, era un caldo non troppo umido, vivacizzato da un venticello fresco proveniente dal Baltico.
Dagmar osservava il fiume ora, persa nelle sue riflessioni.
Dopo alcuni minuti le arrivò una domanda dal padre, riguardante il lavoro e si decise ad alzare lo sguardo.
Arricciò la bocca e si spostò leggermente i capelli, elaborando la risposta.
«Mmh, si potrebbe dire bene.» rispose inizialmente.
Il lavoro andava sicuramente, però le famiglie diffidevano delle sue capacità: la trovavano troppo giovane e ambigua nei modi. Sicuramente non rientrava nello psicologo tipo, barba e occhiali compresi. Però sapeva cosa faceva e riusciva a rapportarsi con i suoi ragazzi, quella era una certezza.
Una delle sue conquiste migliori era stata Dita, con la quale aveva anche stretto un inizio di simpatia.
Osservò il padre e ritrovò nei suoi occhi la sua infanzia.
Osservò il padre e ritrovò nei suoi occhi la sua infanzia.

codice scheda © mædmalaïne maelström
 
Top
dinkleberg!
view post Posted on 27/7/2011, 22:43




Maxmilián Igor Prazsky
Max • 3 gennaio 1956 • Odrazem stìnu • scheda


Maxmilián la osservò in volto, in silenzio. Continuava ad ottenere da lei solo frasi fatte, poche parole che avrebbe rivolto anche ad un conoscente. Eppure era suo padre. Questo naturalmente lo faceva soffrire, ma non aveva intenzione di darle la soddisfazione di saperlo.
«Bene.» replicò, tornando a osservare il menù vagamente corrucciato.
«Come già sai all'inizio non approvavo le tue scelte... Lavorative, ecco.» aggiunse «Ma quel che è fatto è fatto, e mi aspetto che tu possa eccellere anche in questo. Dopotutto, sei una Prazsky.» disse, sollevando lo sguardo azzurrino su di lei, con fare orgoglioso.
Quel momento di intensità fu interrotto dal sopraggiungere della stessa cameriera di prima, che domandò loro se avessero scelto cosa desideravano ordinare.
Maxmilián le sorrise con fare affabile, notando solo in quel momento che essa era molto graziosa.
«Io ho già un'idea.» le replicò, per poi voltarsi verso la figlia.
«Tu, Dagmar?» le chiese, per sapere se fosse pronta ad ordinare. Ricordava vagamente che la donna avesse un qualche disturbo alimentare. Forse è vegana. pensò fra sè.
la delusione di coloro che si amano è sempre più difficile da sopportare, naturalmente

codice scheda © mædmalaïne maelström
 
Top
PLATYPUS•
view post Posted on 27/7/2011, 23:43




Dagmar Stela Prazsky
Dáša • 23 gennaio 1984 • Odrazem stìnu • scheda


Dagmar non degnò la cameriera di uno sguardo, troppo impegnata ad osservare il padre.
Alzò un sopracciglio quando lui lanciò un sorriso alla donna e lo guardò con freddezza.
Era a conoscenza della passione per le donne del padre, ma ciò non indicava che lo apprezzasse. Anzi, ciò andava a confluire sulle cose che rendevano il suo comportamento così distaccato nei confronti dell'uomo.
A volte la rossa si chiedeva se fosse mai stato innamorato veramente della madre, l'unica certezza era che per la sua morte lui aveva sofferto. "Almeno quello." pensò con freddezza.
Distolse i pensieri da ciò che la rattristava e si concentrò sulle sue parole da lui dette poco prima.
Sempre la solita storia sui Prazsky.
«Ah già, il marchio di fabbrica Prazsky commentò irritata.
Un impeto di ribellione le faceva ribollire il sangue: come poteva credere Maxmilián che il cognome comportava sul rendimento lavorativo?
Dall'infanzia le era stato detto che essendo una Prazsky doveva eccellere in tutto, ciò l'aveva portata al ribellarsi a quel tutto.
«Si. Prendo una dégustation de Pomme de Terre, purea di patate fritte e Maxim con uovo in camicia e salsa di tartufo nero. Piatto unico, prenderò il dolce probabilmente.» rispose al padre, voltandosi verso la cameriera per farle capire la scelta.
Preferiva liberarsi di lei e successivamente discutere con il padre.
Osservò il padre e ritrovò nei suoi occhi la sua infanzia.

codice scheda © mædmalaïne maelström
 
Top
dinkleberg!
view post Posted on 28/7/2011, 00:04




Maxmilián Igor Prazsky
Max • 3 gennaio 1956 • Odrazem stìnu • scheda


Maxmilián attese una risposta, che tardò ad arrivare.
Dagmar ovviamente aveva da ridire anche quando il padre si sforzava di mostrare un atteggiamento positivo nei suoi confronti. Ma non le andava di discutere davanti alla cameriera, che già li guardava interdetta.
Si limitò a guardare con freddezza la figlia.
Non era di buon umore ma in compenso aveva un gran appetito, avendo passato il pomeriggio chiuso in sala riunioni e avendo mangiato male e poco a pranzo. Diede una rapida occhiata di conferma al menù e disse alla cameriera, questa volta senza il suo sorriso ammaliante.
«Mi porti una zuppa di pomodoro con basilico e pane tostato, come antipasto» cominciò. Era uno dei suoi piatti abituali per aprire un pasto e Maxmilián era un tipo abitudinario, in fondo.
«Poi vorrei provare la sella di cervo con purè di patate dolci» concluse, restituendo il menù alla ragazza, che se ne andò in fretta, probabilmente percependo l'atmosfera.
A quel punto l'uomo si voltò verso Dagmar, e le rispose con tono infastidito.
«Sì, e ti sconsiglio di sputare sopra a quello che tutta la tua famiglia ha faticato per costruire» parlò con veemenza trattenuta, con un tono di voce forzatamente basso.
«Prazsky» sbottò, pronunciando il suo cognome con forza «Perchè questo nome fosse celebre e sinonimo di potere, oggi, gli uomini che sono venuti prima di me hanno lavorato tutta una vita.»
Spostò la sedia un poco più indietro, appoggiandosi allo schienale.
«Eppure non ti dispiace utilizzarlo per i tuoi comodi.» sbuffò «Dubito che tu abbia mai dovuto aspettare.» le disse, indicando con un cenno del capo la coda di persone fuori dal ristorante, gran parte delle quali probabilmente non sarebbero potute entrare quella sera.
la delusione di coloro che si amano è sempre più difficile da sopportare, naturalmente

codice scheda © mædmalaïne maelström
 
Top
PLATYPUS•
view post Posted on 29/7/2011, 12:12




Dagmar Stela Prazsky
Dáša • 23 gennaio 1984 • Odrazem stìnu • scheda


Dagmar arricciò il naso a sentir nominare il piatto di carne ordinato dal padre ma non disse nulla.
Osservò la cameriera andare via e si voltò verso il padre.
Prese un pezzo di pane dal cestino posto sul tavolo e iniziò a spezzarlo, portando alla bocca dei piccoli pezzeti, con calma.
Fece una smorfia accennata quando sentì il padre intonare il discorso sui Prazsky.
Era da diversi mesi che non lo sentiva.
Dagmar alzò il mento, lanciando un'occhiata eloquente al padre.
«Si, non sono stupida.» replicò.
In fondo la ragazza non aveva mai fatto nulla per remare contro il suo nome, la sua famiglia. Si limitava solamente a fare delle piccole guerre personali che portavano spesso contrasti a casa, suo padre non poteva accusarla di niente.
Finì il pane e si pulì la bocca con il tovagliolo lasciato sulle gambe.
Non era perfetta ma credeva in ciò che faceva.
Osservò il padre ritrovò nei suoi occhi la sua infanzia.

codice scheda © mædmalaïne maelström
 
Top
10 replies since 26/7/2011, 13:21   908 views
  Share