Nonostante fosse piena estate, Dita era all'interno del complesso universitario.
Era molto in ritardo con la consegna dell'iscrizione per la frequentazione dell'anno successivo, alla facoltà di Giurisprudenza, e non aveva avuto altra scelta se non precipitarsi a scuola non appena rientrata in città.
Aveva soggiornato per due settimane a
Playa Paraíso, in Messico, dove suo padre aveva acquistato abbastanza recentemente un gruppo di alberghi di lusso, un buon investimento, tuttavia non sembrava tornata da una vacanza: la sua pelle era sempre pallida, anche perchè Dita si era premurata di proteggerla da eventuali bruciature con crema da sole e cappelli a falda larga.
Indossava
un abito beige stretto e forato in vita, che si allargava e creava delle pieghe fino a mezza coscia, in modo molto femminile, con uno scollo a v e maniche corte e scivolate.
Portava gli occhiali da sole Gucci, grandi e color caramello a trattenere i capelli biondo cenere all'indietro (che nel frattempo
aveva lasciato crescere) in una posa apparentemente rilassata.
Stava camminando in cortile, chiedendosi se salire immediatamente sulla sua Audi per tornare a casa.
Era appena tornata, ma già mal sopportava la soffocante presenza dei suoi genitori; decise così di rimanere a pranzare in Caffetteria.
L'aveva già fatto altre volte, durante l'anno, anche se non lo trovava particolarmente gradevole. Il cibo era di bassa qualità, niente di più elaborato di un panino.
Entrò, notando di non essere sola. Sapeva che molti studenti che non avevano casa a Praga rimanevano nei dormitori anche per parte dell'estate, e con la pioggia si erano tutti rifugiati in posti chiusi come quello o la Sala comune.
Sedette a un tavolino distante sia dal bancone che dalla porta, per non essere disturbata, accanto a quello di una ragazza bionda che studiava un libro che aveva tutta l'aria di essere un mattone.
Attese che il cameriere la venisse a cercare, e ordinò un piatto di prosciutto crudo e melone.
Non aveva libri con sè, così si limitò a osservare l'ambiente che la circondava mentre aspettava il cibo, pur di non annoiarsi. Conosceva il locale molto bene, così si concentrò sulle persone.
La ragazza che sedeva al tavolino accanto stava bevendo una cioccolata, cosa un pò insolita dato il caldo umido e soffocante che già aleggiava. Aveva un'aria familiare, ma Dita non sapeva dire il perchè. Non frequentava la sua facoltà, ma magari l'aveva già incrociata nei corridoi.